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Il mio percorso interiore

Buon giorno a tutti

Ciao, vorrei spiegarti brevemente il motivo che mi ha spinto a mettere a disposizione il mio percorso interiore assopito da anni nel mio PC.

Non si tratta di parole e pensieri letti su libri, ma bensì di una sperimentazione costante che la vita mi ha portato a fare. E’ un percorso che ognuno di noi può scegliere di fare, ognuno diverso dagli altri per via dell' unicità che ci contraddistingue.

Queste parole le ho rilette dopo anni e mi sono servite per affrontare altri tsunami della mia vita e non solo per il lutto di mio figlio. Spesso la mente gioca brutti scherzi, si dimentica e abbiamo bisogno di rispolverare il lavoro che abbiamo faticosamente fatto per affrontarne uno nuovo.

E’ un modo per andare oltre le apparenze, è una voglia di vedere cosa c’è di bello dietro l’angolo della nostra vita, è un desiderio di vedere piccoli cambiamenti che ci fanno supporre di essere sempre fermi, ma in realtà la rivoluzione che si muove dai pensieri generati, ci fa alzare al mattino profondamente diversi dal giorno precedente. E’ un modo per liberarsi di zavorre che ci tengono legate alla sofferenza, ai lamenti, ai “capitano sempre a me”. Zavorre aiutate dalla mente che continua a rimuginare e ci impedisce di essere quieti, centrati, liberi dai condizionamenti dentro e fuori di noi.

Siamo noi i co-creatori della nostra vita in base alle scelte che facciamo, siamo solo noi a decidere a cosa rivolgerci, alla paura o all’amore, siamo solo noi a voler intraprendere un cammino interiore per “ fare anima”.

Rileggendo dopo quasi 2 decenni quello che andrò a proporvi come mio percorso personale, mi sono resa conto che avrei potuto dire cose diverse e scrivere in modo diverso, in relazione alle mie esperienze di oggi. Appositamente ho voluto lasciare tutto come ho scritto nel 2004, con tutta la mia capacità di comprensione e sperimentazione.​​

Buon cammino...

23 Giugno 2004
Parole d'amore per mio figlio​​​

Max arrivò dalle onde toccando la terra,

lui sbarcò tra di noi

e tutti videro la sua lealtà, sincerità e la sua allegria.

 

Io guardai quegli occhi scuri sognanti,

così vivi, così penetranti e di colpo lo amai.

 

Mi sentii spuntare le ali quando infine gli strinsi le mani

e sentii nello stomaco uno sfarfallio.

 

Quel giorno del suo arrivo

bagnai la felicità di caldissime lacrime,

che lasciai cadere in mare ed aggiunsi sale al sale

 

Io, gli dissi io "tu sei l'amore mio" tutta la mia vita è per te

 

Max mi rispose "ho in tasca una piccola pietra io,

costruire pace dove non c'è".

 

Così io la porterò dove mi porterà,

questa speranza che ho dentro non mi abbandona mai.

 

Così lui la porterà con tutto il peso che ha

piccola pietra che forse un giorno si poserà.

 

Se ne andò perché la sua sorte

di ogni vento è sempre più forte

 

Se ne andò con il suo carico rinunciando a me.

Quella notte si alzò fino al cielo,

e tutto il mio fiato dal profondo dell'addome

per gridare il suo nome non servì a trattenerlo con me.

 

Max mi rispose "ho in tasca una piccola pietra io,

costruire pace dove non c'è".

E' così e io la porterò dove mi porterà,

questa speranza che ho dentro non mi abbandonerà mai

anche adesso che sono lassù.


"Tratta da una canzone di Eros Ramazzotti"

Luglio 2004
Messaggio dedicato a tutti gli amici di Massimiliano​​

Dai più timidi che in silenzio lasciano bigliettini al cimitero, ai più arditi che passano da casa per vedere la sua stanza cercando di capire quale poteva essere l'altra faccia della sua vita.

ANDARE AVANTI NON VUOL DIRE DIMENTICARE!!!

Scrivo queste righe guardando gli occhi della foto di Massi e quanto sto per dirvi, sono sicura che lui l'avrebbe voluto.

Non è facile iniziare ma lo farò dicendovi che Massimiliano mi ha rivoluzionato la vita con la sua nascita e con la sua morte, quindi queste parole d'amore e di positività provengono da una persona che quando è nato aveva paura di confonderlo con gli altri, ma poi bastava annusarlo per capire che era il mio cucciolo.

Queste parole vengono da sua madre che non prova disperazione sentendo le cassette con la sua vocina ma una profonda sensazione di tenerezza.

Si, avete capito bene, la disperazione, la rabbia sotto le sue varie forme che vanno dal chiudervi in voi stessi senza parlare con nessuno, il farsi una birra, poi un'altra, poi uno spinello e poi un altro non fanno altro che allontanarvi dal vostro amico Massi.

E neppure la vendetta con chi ha fatto l’incidente è una cosa buona. Vi ricordo che quel ragazzo ha qualche anno più di Massimiliano e quello che si porterà dentro per tutta la vita è già una condanna.

Il suo modo si essere sempre gentile, sorridente, la carica che ci ha dato potrà essere ancora con noi se facciamo in modo di aprire mente e cuore per lasciarlo entrare e farci aiutare come ha sempre fatto.

Provate a pensare cosa Max avrebbe fatto in una situazione del genere!!!

Sicuramente sarebbe stato triste e anche disperato come lo siamo noi ora, questo è comprensibile, se ne è andato da un momento all’altro senza salutarci, si sarebbe raccolto piangendo, ma avrebbe trasformato la drammatica esperienza in un bagaglio di conoscenza per andare avanti.

Quello che voglio comunicarvi con tutto il cuore è che quello che è successo è estremamente doloroso per tutti, lo ricorderemo per tutta la vita, ma voi siete giovani, avete tutto il diritto di trovare i vostri amori, andare a scuola formare la vostra famiglia e diventare nonni e ricordatevi che queste parole vengono da una persona che fra 20 anni cercherà ancora di immaginare il suo volto da uomo, cercherà di ipotizzare come sarebbe stata la sua vita, quali studi e quali amori avrebbero fatto parte della sua vita.

E vi dico un'altra cosa, anche per me la vita non è finita, ci sarà un modo per venirne fuori e io lo voglio trovare.

Un nuovo percorso di trasformazione che mi permetterà di stare in contatto con lui, certamente in un altro modo, contatto che mi ridarà la vita.

Ci sarà per me un nuovo capire, ci saranno nuove risposte a domande che mi sono posta, ma che al momento non trovano risposte.

E voglio dire ai suoi amici e amiche che vanno al cimitero a lasciare bigliettini infilati nella lapide, che Massi non è lì.

Lì c'è solo quello che resta del suo guscio, un pugno di cenere, ma il suo spirito libero (lo è sempre stato in ogni attimo della sua vita) sta volando con le sue ali libero, ci seguirà e ci aiuterà nelle nostre scelte, ci consolerà, ci restituirà quell'amore e quell’amicizia che gli abbiamo sempre dato.

Ora siamo qui nella sua stanza e chi vorrà entrare qui e raccontargli come faccio io, le proprie paure, le proprie tristezze, ma anche le cose belle che succederanno in futuro, lo potrà fare, senza sentirvi in dovere di fermarvi a chiacchierare con noi.

Sappiamo benissimo cosa vuol dire avere voglia di stare con lui per questo la nostra casa sarà sempre aperta a tutti quelli che lo amano.

Un forte abbraccio a tutti voi da chi ha ancora tanto amore da dare.

Giugno 2005
La quiete dopo la tempesta

Dopo un anno di silenzio dalla dipartita dalla terra di Max, volevo esprimere la mia riconoscenza a tutti quelli che mi sono stati vicini, la mia vita è stata influenzata in maniera così significativa e profonda da sfidare ogni descrizione.

Sono persone che hanno condiviso con me la loro saggezza, che hanno sopportato per parecchi mesi i miei errori, le mie paure e la mia sofferenza con infinita pazienza aiutandomi a superare tutto ciò.

Sono persone che mi hanno fatto scorgere quanto di meglio era possibile scorgere dentro di me anche se il dolore in certi momenti così acuto e tagliente mi attanagliava il cuore come una morsa e non voleva lasciarmi!!!!

Mi hanno spinto a crescere, a diventare più grande facendomi capire l'importanza di essere sempre me stessa con il grande cuore che mi accompagna, ma soprattutto hanno risvegliato quella parte spirituale in me assopita.

Sono riusciti a farmi trasformare la sofferenza e l'Amore infinito per mio figlio in Amore per me stessa e Amore da donare agli altri. E’ come se io avessi dato la vita terrena a mio figlio e lui mi avesse restituito la vita spirituale.

Si, in certi momenti ho pensato di non farcela, il buio che vedevo attorno a me era così fitto e pesante da non riuscire a intravvedere neppure uno spiraglio di luce, ma lentamente all'orizzonte una piccola striscia chiara mi ha fatto capire che dovevo raccogliere tutte le mie forze, tirare fuori le unghie e andare avanti per capire cosa stava succedendo e fondamentalmente chiedermi il perché!

Penso che sul sentiero di ogni singolo essere umano sono posti numerosi ostacoli e difficoltà; non si tratta di inutili cattiverie o punizioni, ma si tratta di doni che ci giungono direttamente dal "Padre".

Il dolore e le lacrime fanno parte del nostro processo di apprendimento, altrimenti come potremmo scoprire la compassione nell'angolo più remoto nel nostro essere non avendolo sperimentato a livello personale? Se non abbiamo mai provato fino in fondo disperazione, sofferenza e ansia in che modo potremmo riconoscere il dolore degli altri? Senza sperimentazione saremmo solo delle conchiglie vuote!

Per un genitore è quasi impossibile accettare che le lacrime per il proprio figlio servano per farci crescere e farci scoprire noi stessi.

Eppure è così, si tratta di una profonda verità che dobbiamo accogliere nel nostro cuore perché ci aiuta a capire che il "Padre” non ci ha inviati sulla terra per essere delle vittime o per punirci, ma ci ha concesso di vivere qui per elevarci al di sopra di qualsiasi angoscia o dolore assumendo il ruolo di vincitori.

Se riusciamo a tenere presente tutto questo, nel profondo del nostro essere, troveremo spazio per la nostra crescita e guarigione, troveremo la forza di condividere questa conoscenza con chi ci sta vicino, come tento di fare io dopo un anno di travagliato e instancabile lavoro su me stessa.

Così come la gioia e le risate, anche la sofferenza e le lacrime, tutte le emozioni che fanno parte della nostra esistenza e non sono altro che tanti piccoli miracoli, doni del "Padre" che ci consentono di risvegliarci!!!

Alcuni si arrendono e annegano nella propria sofferenza, si chiudono in loro stessi, allontanano gli amici e dominati dall'auto compatimento si convincono che nessuno abbia mai sofferto come loro, lasciandosi sopraffare da rabbia, confusione e amarezza per la vita spezzata in due.

C'è chi stacca la spina fingendo che quel dolore insostenibile che toglie il fiato non esista affatto e continua la propria esistenza come se niente lo stesse minacciando, una vita all'insegna della negazione diventa egoismo, concentrazione malsana solo su di se, diventa una esistenza senza significato, sicuramente senza dolore, ma anche senza importanza per se stessi e per gli altri.

Io mi sono sentita sbigottita, ferita, annullata nella cosa che ho amato e amo di più nella mia vita, mio figlio, ma nonostante il dolore che mi attanaglia ho iniziato a pormi delle domande, e nelle risposte che lentamente mi sono arrivate, ho intravisto la lezione che dovevo imparare.

Max ha fatto vedere intorno a me altre persone che hanno sofferto per una perdita, per una malattia o semplicemente per la povertà e questa nuova consapevolezza mi da la forza per andare avanti, mi aiuta a far scivolare dentro di me quel dolore così insuperabile, mi dà il coraggio di scrivere queste righe affinché altri possano immedesimarsi nel mio vissuto.

Credo che condividere la mia esperienza con gli altri, farli partecipi di quello che ho scoperto, letto, discusso, dibattuto, mi renda sempre più forte e credo, con molta umiltà e semplicità di poter aiutare a diventare altrettanto forte chi mi sta intorno.

Per questo motivo queste righe saranno l'inizio di un vero diario vissuto, di pensieri ad alta voce.

Per questo, con la foto del muretto che ho dipinto in casa mia in una giornata di pioggia, voglio dare un significato e un messaggio personale: il filo sottile come una ragnatela e resistente come l'acciaio che mi lega a Max ora assomiglia a una scala che va verso il cielo; ogni gradino è un piccolo nodo d'amore che mi porta verso la sua anima!!!

Se le radici del nostro essere sono sprofondate nella terra scura

Se riusciamo a vedere il colibrì che c'è in noi con tutta la sua forza e la sua energia di sopravvivenza

Se nel temporale riusciamo a intravvedere l'arcobaleno del nostro cuore

Se dal buio della notte riusciamo a percepire l'alba

Se abbiamo lo sguardo puntato verso il cielo azzurro e limpido

Se riusciamo a percepire con tutto il nostro corpo il vento, l'amore, i messaggi del "Padre" che costantemente ci invia

Se sappiamo pensare, sognare, non dubitare di noi stessi

Se sappiamo ricostruire la nostra vita con gli utensili ormai consunti

Se riusciamo a non perdere la testa

Se riusciamo a occupare il tempo che passa inesorabile dando valore ad ogni istante della nostra vita

Se riusciamo a forzare cuore, nervi e tendini dritti al nostro scopo oltre alla nostra stanchezza

Se proviamo a tenere duro quando niente altro esiste…

il mondo è nostro con tutto quello che c'è dentro, e ancora di più....

 

Mettere la foto del dipinto che ho fatto sul muretto di casa

Settembre 2006
Pensieri ad alta voce

E' sempre difficile iniziare.

Ricordo che anche a scuola l'inizio dei temi per me era un dramma, ma poi superata la difficoltà iniziale, le parole scivolavano sul foglio con fluidità, semplicità e chiarezza.

E' quello che mi ripropongo di fare con questi "pensieri ad alta voce", in modo da comunicare, a chi mi vuole ascoltare, concetti ed emozioni che stanno facendo di me un'altra persona.

Ecco.... partiamo da qui: un'altra persona!!!

Trasformazione è la parola che mi sta facendo vivere, abbandono è la parola che mi ha fatto disperare e farebbe disperare qualsiasi persona.

Dopo 2 anni di lavoro su me stessa, sto capendo la circolarità, la trasformazione della vita e l'amore.

 

E' vero, pensare di essere stati abbandonati senza rimedio, senza nessuna possibilità crea una sorte di dolore senza pari che può portare:

  • alla paralisi.

  • alla immobilità assoluta che nel migliore dei casi ci fa solo tirare avanti.

  • alla paura di non farcela.

  • alla frustrazione che nulla dipende da noi.

  • all'auto distruzione, che rappresenta un altro tipo di morte ancora peggiore della morte fisica: la morte dentro.

Ora posso dire che pensare a Massimiliano come ad una trasformazione, da una forma fisica terrena, ad una forma energetica più sottile

  • Mi permette di continuare la vita che mi è stata concessa chiedendo e cercando il meglio.

  • Mi permette di tenerlo nel cuore con immenso amore senza condizioni.

  • Mi permette di usare quell'amore indissolubile che ci lega per aiutare anche gli altri. Fino all'anno scorso mi sentivo madre solo perché avevo generato un figlio, ma ho capito che vibrare nell'energia di madre è molto più che avere 1 solo figlio, è aspettare, accogliere, consolare, comprendere, è condividere e mostrare la mia esperienza per far capire “che ce la si può fare”.

  • Mi permette di lasciare andare la sua anima affinché lui possa continuare un ulteriore processo di trasformazione attraverso dimensioni così elevate di cui non mi rendo neppure conto.

Così il senso di continuità e ciclicità che esiste tra la terra e il cielo non dà spazio alla rabbia con il mondo intero e con noi stessi.

Si, l'Amore ha preso, dentro di me, il posto della paura, della frustrazione e della rabbia.

Attraverso questa mia esperienza, adesso mi sento di mandare dei messaggi in modo che arrivino ad altre persone e piano piano questi piccoli semini piantati nella terra facciano pensare che:

  • Siamo noi gli unici creatori della nostra vita, secondo le scelte che di volta in volta facciamo: non dobbiamo mai dare la colpa agli altri per ciò che ci succede. I nostri pensieri positivi o negativi, i nostri atteggiamenti amorevoli o graffianti, ci portano su una strada o su un'altra. Così fanno le persone che ci stanno attorno, scelgono in base a quello che noi manifestiamo: amore o rabbia e risentimento.

  • Dobbiamo fare il nostro lavoro con amore: forse potrete dirmi che è facile per me dire così perché effettivamente ho scelto nel tempo un lavoro che mi piace. Ecco la parola "scelta". Lentamente ho indirizzato la mia vita verso quello che volevo fare. In passato spesso ho fatto lavori che non mi piacevano e per questo mi arrabbiavo e il lunedì mattina era terribile pensare di arrivare a fine settimana. Adesso, pensando in un altro modo, ringrazio per avere avuto quei lavori che mi hanno dato dà la possibilità di sopravvivere economicamente e li rifarei con gioia qualunque essi siano. Nello stesso tempo ho cercato di capire “cosa volevo fare da grande”, mi sono guardata attorno per trovare qualche cosa che facesse esprimere il mio essere, la mia essenza.

  • Pensare autonomamente, risolvere le cose a modo nostro, vivere la nostra vita camminando con le nostre gambe: dobbiamo cercare di riconoscere il potere che c'è in noi e che tutto quello che facciamo non dipende da altri, dalla vicinanza di nessuno, compagni, amici, maestri, guide. Questo non significa che non dobbiamo essere aiutati e sostenuti, ma esiste una grande differenza tra "essere aiutati" e "dipendenza". Manteniamo la nostra distanza di giudizio, manteniamo la nostra libertà di pensiero in ogni momento, perché solo noi possiamo sapere qual è la nostra strada, solo noi siamo in collegamento con il nostro sentire. Dubitiamo sempre di chi crede di sapere meglio di noi di cosa abbiamo bisogno.

  • Tutto si può fare se siamo consapevoli della nostra esistenza, se non ci facciamo passare niente sopra la testa, se ci fermiamo a sentire le nostre emozioni e se siamo in grado di aprire la mente a nuovi pensieri.

  • Non dobbiamo aspettarci che qualcun altro faccia tutto questo al posto nostro. Incomincio a pensare che tutto quello che facciamo sia fondato sull'amore o sulla paura e non soltanto per quello che riguarda i rapporti affettivi. Le decisioni riguardanti gli affari, la politica, l'industria, la religione, l'educazione dei giovani, le scelte in cui sono coinvolte la guerra, la pace, l'aggressione, la sottomissione, sviluppano uno dei due possibili pensieri:

  • Amore: energia che espande, apre, esprime, sopporta, rivela, condivide, risana, distribuisce tutto ciò che abbiamo, lascia liberi, consola, migliora.

  • Paura: energia che costringe, rinchiude, trattiene, nasconde, accaparra, danneggia, si aggrappa a tutto ciò che abbiamo, tiene costretti, afferra, affligge, guasta.

Io credo che ogni pensiero umano, ogni parola e azione si fondano sull'uno o sull'altro di questi due sentimenti.

Non abbiamo scelta perché non esiste altro, ma abbiamo la possibilità di decidere a quale rivolgerci.

Ci è stato insegnato a vivere nella paura, ci è stato detto della vittoria dei più forti e del successo dei più intelligenti e quindi cerchiamo di essere "i più idonei", "i più forti" e "i più intelligenti" perché se ci mostriamo e consideriamo qualche cosa di meno, secondo quello che ci hanno inculcato,  siamo dei perdenti e abbiamo paura dei giudizi degli altri, abbiamo paura di non essere all’altezza. Così iniziamo a scegliere la paura perché questo ci è stato insegnato!

Scegliendo l'amore possiamo sperimentare e scoprire chi siamo in realtà e chi potremmo essere e possiamo fare qualche cosa di più che sopravvivere.

La vittoria con noi stessi è sicuramente meglio del potere e del successo!

Ascoltiamo la voce del nostro cuore, quale migliore maestro.

La voce interiore è quella più vicina a noi, è la voce che ci dice se una qualsiasi cosa è vera o falsa, giusta o sbagliata, buona o cattiva.

Il cuore è il radar che stabilisce la rotta, manovra la barca, guida il nostro viaggio sulla terra se soltanto glielo consentiamo.

E' la stessa voce che vi sta dicendo in questo momento se le mie parole sono d'amore o di paura e grazie a questa vostra sensazione potete decidere di andare avanti a leggerle o ignorarle.

Agosto-Settembre 2007
Da solitudine a felicità

E' mezzanotte di una serata di fine agosto e dopo più di un anno di grande trasformazione, di cambiamento totale della mia vita, di letture, di lavoro su me stessa, di giornate emotivamente altalenanti, mi è rivenuta la voglia di scrivere alcuni concetti per me importanti, non solo per me che li ho sperimentati, ma anche per altri che potrebbero utilizzare queste mie riflessioni.

Quello che posso dire con estrema chiarezza è che prima ho sperimentato quello che ho scritto e poi ho capito dove la sperimentazione voleva portarmi e cosa dovevo capire, sono arrivate delle risposte alle domande che continuavo a fare e che sembravano non avere riscontri. Invece , qualche frase captata per caso da persone vicino a me, capitoli di libri, pensieri arrivati “per caso” hanno fatto in modo che il mio vissuto “facesse anima”.

Sono entrate, nel sacco della mia vita che presenterò al cospetto del Padre quando sarà il mio momento, e il sacco non sarà vuoto, avrò vissuto la mia vita partendo dalla mia nascita come un atto d’amore arrivando alla mia morte come un ulteriore atto d’amore e di pienezza.

Tutti gli esseri viventi sono connessi fra loro, in questo momento altre persone si stanno trovando nella mia stessa situazione di due anni e mezzo fa.

Vorrei che non perdessero la speranza e la voglia di dire “si può fare, tutto si può fare!”

Si può vivere ed essere felici assieme a quella stella nel nostro cuore che rappresenta la persona che è ritornata alla “casa del padre”.

Penso che facciano sempre parte di quei piccoli semini piantati nella terra di cui parlavo anche in "Pensieri ad alta voce", che se fanno riflettere solo per un attimo, avranno già raggiunto uno scopo. Ovviamente questo è stato il mio percorso, per arrivare a vivere, ma potrebbe essere alquanto discutibile per altri.

Importante è che ognuno di noi sia libero di pensiero e trovi la sua strada.

Possiamo fare qualche cosa di più che sopravvivere?

Sì possiamo vivere ed essere felici

La felicità, la gioia, l'amore del Padre sono sentimenti così grandi che ho deciso di tenerli sempre ben presenti e sempre con me.

Per essere felice penso che in primo luogo dobbiamo fortemente desiderarlo e successivamente considerare come arrivare ad esserlo. E' importante non lasciare troppo spazio alla mente che con i suoi trucchi ci porta lontano dalla verità e ci impedisce di stare bene.

La felicità dipende da noi stessi e dal nostro atteggiamento

Il denaro è sicuramente importante per la nostra sopravvivenza, si può usare per molte cose ma non può essere un rimedio all'infelicità, soprattutto la costante preoccupazione frena il fluire delle energie, la negatività della continua rimuginazione rispetto al problema della sopravvivenza economica ci fa perdere di vista che "la provvidenza del Padre si occupa di noi come se nessun altro esistesse al mondo".

I momenti di felicità vengono dal profondo dell'individuo, non da ciò che si fa, ma da ciò che si è, quindi non dal solo fare.

La gioia è per tutti e non occorre fare un sacco di cose, riempire la giornata, vedere tante persone e non fermarsi mai. Così come la solitudine a volte inquietante, frenante di qualsiasi pensiero positivo, può essere vista come momento di grande gioia, crescita spirituale e fierezza.

Affermare che un altro essere umano può renderci felici è una ingiustizia:

E' come dire che qualcun altro può controllare le nostre emozioni. Ma chiunque conosca bene se stesso sa che non è vero. I momenti di felicità vengono da dentro di noi e sta solo a noi gestire i nostri stati d'animo. L’amore non sta nell’altro, ma dentro noi stessi, siamo noi che lo risvegliamo mettendoci a confronto con altre persone. Ora so, nel rispetto di me stessa, che è possibile stare bene anche nella profonda solitudine, nell'assenza totale di persone che ti circondano, nel silenzio. Di fatto poi, se stiamo bene da soli con noi stessi, senza preoccuparci di chiamare mille persone per evitare lo spauracchio di tutti: "il week end", casualmente le amicizie aumentano, le persone sono attirate da quello che trasmettiamo, sentono le nostre radici appena si siedono accanto a noi, perché quando siamo felici stiamo bene, proviamo sensazioni di pace, appagamento, allegria anche per le più piccole cose di ogni giorno. Quelli che sono accanto a noi o ci sentono per telefono, sentiranno che abbiamo salde basi. Così riuscendo più facilmente a risolvere i problemi che ci si presentano, nutriamo stima in noi stessi, abbiamo una grande quantità di energia, godiamo di buona salute e la nostra vita migliora sotto ogni aspetto.

Nel silenzio e a contatto con la natura il motore della mente si quieta così come si quietano i suoi inganni, ci permette di sentire che possediamo molti tesori di valore inestimabile che sono esclusivamente nostri. Ogni essere umano ha qualche cosa da offrire ed è meglio concentrarci su quello che abbiamo, piuttosto che spendere tanta energia pensando a quello che ci manca. La vita è la più grande meraviglia del creato, il cuore lo sa: noi abbiamo la possibilità di trascorrerla come vogliamo!!

La nostra felicità dipende dalla visione che abbiamo di noi stessi: ecco cosa intendo per "vedere con occhi diversi", vedere i colori della vita al di là delle tenebre, apprezzare ogni singolo istante, amare ogni sfaccettatura.

Il pensiero positivo entra sempre più, dà forza, ci fa vedere gli aspetti positivi del nostro vissuto.

Le immagini di quella buia serata di giugno, del colore rosso del sangue sull'asfalto e il suono della sirena dell'ambulanza mi vengono sfilate dalla mente, rimane solo la gioia della sua nascita, il ricordo del suo battito del cuore sulla mia pancia e ora rimane un punto di luce e amore nel mio cuore, una luce che è sempre con me e che guida il mio cammino, le mie scelte, mi porta verso il cielo, verso una maggiore consapevolezza di quello che sono e di quello che vorrei diventare.

Ancora una volta appare nella mia vita la trasformazione:

Prima trasformazione del dolore in amore per me stessa e gli altri

Poi del pensiero negativo in pensiero positivo.

 

A questo punto le parole di un amico molto speciale che ha seguito il mio cammino di trasformazione seguendone ogni aspetto, un giorno mi ha consigliato:

  • ​​di ripetere almeno 15 volte al mattino, a me stessa e al mondo, con intento e concentrazione: oggi è una bella giornata e mi voglio bene.
  • di accettare me stessa con amore dicendo:

     oggi non critico me stessa

     anche se non sono riuscita a fare quello che mi sono ripromessa

  • di pormi delle domande:

     chi mi ama?

     cosa mi fa felice?

  • di affermare alla sera:

     che bella giornata ho passato oggi oppure,

     ieri è stata una splendida giornata.

     Quanti regali ho avuto!

 

Con questo modo di iniziare la giornata si aprono le porte all’energia positiva, perché stabiliamo fin dal primo mattino che oggi sarà una bella giornata, non sappiamo cosa succederà, ma sappiamo che sarà bello quello che ci verrà concesso, la vita stessa!

Se al contrario guardiamo fuori dalla finestra e la giornata ci sembra quasi uno schifo sia per il tempo sia per il nostro vissuto, si alza un muro che non lascia spazio alle cose belle e vi posso assicurare che succede di tutto e di più in senso negativo!! Arrivano delle bollette del condominio dell’anno precedente, le multe, le persone nel mio caso non rispettano gli appuntamenti, trovo file e incidenti sulla strada, insomma la giornata si sviluppa come io ho deciso doveva andare: da schifo!!!

Non è questo crearsi la propria vita?

A questo punto è importante prendere in considerazione:

  • Di essere l'individuo più speciale che sia mai stato creato: non esiste nessuno uguale a me, nessuna persona in passato ha avuto le mie caratteristiche, nè la mia personalità nè le mie capacità e nel futuro non potrò essere riprodotta, il mio posto nella storia è al sicuro perché non ci saranno altri come me. Solo io sono la padrona dei miei sogni, dei miei pensieri e delle mie speranze. Solo io porto dentro questo battito del cuore, il vigore e la forza per la vita che mi è stata donata. Nessuno potrà riprodurre le mie azioni, sentire gli odori come li sento io o vedere i colori dei fiori come li vedo io. Sono l'essere più speciale che sia mai stato creato, sono come un diamante raro e meraviglioso. Come potrei non essere felice e orgogliosa pensando queste cose? So che non devo sprecare la mia esistenza, sono qui per uno scopo, sono qui per andare avanti, per amare e per essere saggia e guida nell'amore del Padre.

  • Di apprezzare i doni che la vita mi ha dato compresa la morte di mio figlio, come momento di sofferenza, ma anche di grande crescita spirituale. Invece di soffermarmi su quello che non ho, piano piano incomincio a riflettere su ciò che la vita mi ha dato e sulle opportunità che mi offre continuamente se le voglio vedere. Sembra poco la mano di un amico che ti toglie il senso di angoscia, di rabbia e di paura per quello che ti è successo? Contemplare la bellezza del creato, l'appagamento della pace e dell'amore? Devo pensare a quanti tesori preziosi ho ora in questo istante, dal sorriso di una persona che incontro per strada all'amicizia di chi mi sta accanto, dalla parola d'amore scritta sul cellulare alla visione delle alte vette. Devo incominciare a considerare che "pensare positivo" vuol dire vivere dei momenti di felicità anche se i miei sogni non si avverano, perché felicità è gioire del fatto stesso di esistere, pensare, sognare, sperare, pregare, percepire, respirare, annusare, vedere, camminare, parlare, aiutare, essere felice. Piano piano mi lascio andare, lascio scivolare la mia vita sopra di me e sento in cuor mio di essere felice perché voglio esserlo, perché mi rispetto, apprezzo e riconosco quanto mi è stato dato. Si, sono stata veramente fortunata e non finirò mai di ringraziare il Padre per quello che mi ha dato!!

 

Talvolta è necessario fare dei cambiamenti, dobbiamo cercare di evitare le situazioni che ci danno fastidio, intervenire sulle situazioni che ci fanno stare male. A volte dividere un foglio in due e scrivere da una parte ciò che ci rende felici e dall'altra ciò che ci fa stare male può essere un momento importante per fissare sulla carta i pensieri che si susseguono e che a volte non riescono a prendere forma.

Per me è stato sorprendente notare in prima battuta, che nella parte del foglio dedicata alla felicità avevo scritto poco o niente, mentre nella parte dell’infelicità avevo una lista che non finiva più.

Non sapevo più cosa voleva dire essere felice!!

Eppure adesso, dopo due anni e mezzo di cammino, non posso pensare di non esserlo!!

Io penso che quando ci sentiamo infelici è giunto il momento di dedicare, anche attraverso il silenzio, un po’ di tempo per individuare l’origine del nostro malessere e la strada per il nostro benessere.

 

A volte la paura dei cambiamenti ci frena, perché sappiamo quello che lasciamo, ma non sappiamo quello che c'è dietro l'angolo, ma se non proviamo a guardare con occhi diversi quello che ci viene posto sul nostro cammino non sapremo mai quante cose belle l’Universo e il Padre ci riserva.

Il cuore, seguiamo le indicazioni del cuore!!!

  • di affrontare la vita con ottimismo e speranza per il futuro: l’ottimismo è come una piccola goccia di pioggia che si trasforma in un rivolo, crescerà sempre più forte, presto scorrerà nella vita e niente potrà fermarlo. Non pongo limiti per quello che di bello potrà accadere domani, il passato ormai se ne è andato, fa parte del mio bagaglio di sperimentazione e di saggezza su questa terra, il futuro posso costruirlo con le mie mani. Sto imparando che se guardo il mio futuro con occhi pieni di timore prima o poi mi sentirò di nuovo spaventata e sopraffatta da quello che avrò scelto. Se considererò il mio domani ricco di prospettive e pieno di entusiasmo, sarò sulla buona strada per la felicità. Se riuscirò a vedere i fallimenti di oggi come una opportunità per imparare, se non temerò il domani perché sarà migliore di oggi, se cercherò di vedere il mondo con gli occhi e con il cuore tranquillo, mi starò avvicinando alla felicità, starò creando la mia felicità. Con questo spirito devo affrontare tutto; la mia vita, i rapporti con la gente, con le persone che ho attorno. Cercherò la positività anche nelle parole da dire, perché riconosco che le parole e il modo in cui conduco la mia esistenza hanno la forza di influenzare altre persone. L’ottimismo diventerà per me una scelta di vita per essere felice ed aiutare altri ad esserlo.

  • di adattarmi alla vita accettando ciò che mi riserva: lavoro con il pensiero positivo affinché si realizzino tutti i miei desideri, ma spesso accadono avvenimenti che non dipendono dal mio controllo. Ecco che a volte miei desideri non si avverano, e Dio solo sa quanto avrei voluto che Massimiliano fosse ancora qui a parlarmi di lui, ma è così che Madre Terra dispone. Io, essere speciale non devo soffermarmi a vedere la mia vita come se fosse sotto una lente di ingrandimento e mettere a fuoco pochi tasselli colorati di un mosaico. Mi allontano piano piano e riesco a vedere la grandezza del mosaico, le sue figure, i contorni, riesco ad aprire la mente e considerare la mia piccola vita come facente parte di un grande mosaico universale dove tutto è stabilito e dove tutto ha un senso che magari adesso non riesco a capire. Il Padre, nella creazione del mondo ha seguito un suo disegno, ha distribuito amore a tutti e vuole da me, con uno sguardo di particolare e amorevole attenzione che porti avanti i miei sogni. Sa che sono sufficientemente forte, sa che sono in grado di adattarmi a qualsiasi situazione, sa che ormai è entrato dentro di me il concetto che la felicità dipende da me e non da ciò che avviene, ma da come reagisco ad ogni situazione o sperimentazione della vita. Quando sento di essere gioiosa nulla può abbattermi, ringrazio per gli insegnamenti positivi che riuscirò a trarre dagli imprevisti della vita. Mi adatterò alla vita accettando ciò che mi riserva. Sono anche convinta che il Padre non mi darebbe mai un problema più grande delle mie possibilità e soprattutto non mi lascerà mai sola. Mi ha lasciato un dono grandissimo, la responsabilità della mia vita! I problemi prima o poi assalgono tutti ma se sapremo adattarci alle situazioni avremo fatto un altro piccolo passo verso l’equilibrio! ...... e se riusciamo a vivere sereni, in pace, cosa chiediamo ancora?

  • di imparare a convivere con me stessa e ad amarmi: i venti possono sradicare gli alberi, i terremoti possono interrompere i corsi dei fiumi, il fuoco può infiammare ettari di terreno, la forza degli uomini può distruggere città e boschi, ma il potere dell’amore mi aiuterà a superare qualsiasi cosa!! L’amore è il filo più solido che unisce le persone e le anime, è l’energia più potente che illumina e fa capire. Sono convinta che per essere in equilibrio e in pace devo lasciare entrare l’amore dentro di me, devo amarmi, sento che senza l’amore per me stessa sarò sopraffatta dalla disperazione che non voglio più accanto a me. Potrei non saper parlare o dire la cosa giusta che gli altri si aspettano da me, ma so con estrema certezza che l’amore che provo per me stessa viene percepita dagli altri come una forza invisibile, come un sole che viene irradiato attorno a me. E quando mi domanderanno come faccio potrò senza ombra di dubbio dire ”Mi voglio bene”. Questa attenzione verso le altre persone, questa apertura di mente e di cuore non potrebbe esistere se non mi amassi, perché tutto passa dal cuore. L’amore mi farà, anche se a volte non ci riesco tanto, vedere le persone con occhi benevoli, mi farà vedere la piccola luce che c’è nel cuore di ognuno anche se mostrano la parte più brutta di loro stessi, riuscirò ad amare tutte le persone perché come me, anche loro sono speciali.

  • di non essere una perfezionista: questo è ancora un punto su cui sto lavorando, ma piano piano il muro si sgretola e rimane la Silvia così come è: un essere non perfetto. Sto cercando di fare del mio meglio, non di essere sempre perfetta e sempre all’altezza di ogni situazione. Cercherò di non chiedere a me stessa l’impossibile e mi perdonerò se non riesco ad arrivare agli obiettivi che mi sono prefissata. Sono consapevole che la conseguenza di perseverare nel perfezionismo mi porterà alla rabbia, alla disperazione, alla infelicità, alla delusione. Importane è essere orgogliosa di quello che ho fatto e che faccio, e a denti stretti un giorno riuscirò a cogliere gli aspetti positivi anche di un fallimento, come un importante lezione di vita, se me lo consentiranno. A questo punto mi pongo una domanda: se cerco di non pretendere troppo da me stessa, come posso pretendere le stesse cose dalle altre persone? Non pretendere e non giudicare ecco al risposta, anche se in pratica è molto difficile. Questo modo di pensare sono convinta che mi porterà ad avere più pazienza e comprensione, ad accettare che non posso accontentare tutti, ad apprezzare quello che la persona mi può dare e ad essere apprezzata per quello che sono: la Silvia con il suo grande cuore ma con le sue realtà, compresi i suoi difetti.

  • di imparare a ridere della vita: gli animali possono lamentarsi per il dolore, ringhiare per la paura, possono stancarsi, riprodursi, cacciare, percepire meglio di noi suoni e odori, ma una cosa non possono fare: abbandonarsi ad una bella risata. Ci è stata data una opportunità straordinaria che alleggerisce la mente e solleva il cuore. D’ora in poi cercherò di sorridere (magari anche solo davanti allo specchio) quando verrò assalita da un problema, mi permetterò un po’ più di leggerezza, tenendo presente che il problema da risolvere non me lo toglie nessuno, ma l’energia che scorre sarà più fluida, le situazioni miglioreranno sicuramente e di conseguenza ne trarrò un beneficio fisico e mentale. Abbandonarmi ad una bella risata può voler dire imparare a sorridere amorevolmente di me stessa e delle cose che faccio, vedere in chiave buffa il mio intestardirmi su cose che non comprendo e di cui vorrei assolutamente delle spiegazioni. Penso sia importante non prendere tutto sul serio, è vero sono la persona più speciale che sia stata creata, ma non per questo devo portare avanti tutto con estrema serietà senza potermi fermare a sorridere di quello che mi accade. Devo evitare di affliggermi e di arrabbiarmi e se lo farò dovrò tenere presente che fra una settimana tutto può cambiare e quindi è meglio perdonarsi e sorridere!! E poi devo prendere esempio dai bambini che insegnano sempre molte cose, nei primi anni di vita sono sempre sorridenti e gioiosi, imparerò a diventare anch’io un po’ bambina. Questa riflessione mi è venuta perché, nei periodi addietro quando la rabbia per la morte di Massimiliano mi assaliva prendendomi alla gola, trovare una persona con un sorriso mi ha fatto svanire istantaneamente la collera. Ovviamente questa non è la risoluzione di tutto ma la sdrammatizzazione dei nostri problemi da parte di altre persone può aiutare quel tanto che basta per riprendere il proprio centro. Imparerò a sorridere anche dei miei successi così come dei miei fallimenti, per riportarli ad un giusto valore. Proverò a pensare che la mia gioia non mi farà sentire sola perché ci sarà qualcuno che parlerà alla mia anima, mi aiuterà, mi proteggerà e mi guiderà in qualsiasi momento.

  • di considerare il punto di vista degli altri: penso sia molto importante mettersi nei panni delle persone che sono al nostro fianco per vedere il mondo dal loro punto di vista. Per fare questo devo entrare in sintonia con i loro sentimenti aprendo il cuore e sentire dentro di me quella “compassione” che mi porta a comprendere la loro sofferenza, qualsiasi essa sia. Mi ricordo che nei primi mesi dopo la morte di Massimiliano non volevo più tornare a lavorare perché le problematiche delle persone che si rivolgevano a me, mi sembravano talmente piccole mentre il mio dolore era grande come un oceano. Poi ho iniziato a comprendere la loro sofferenza, anche se piccola rispetto alla mia era pur sempre sofferenza. Non esiste una sofferenza grande e una piccola, ma esistono persone dietro un dolore, persone che vogliono essere aiutate con gli strumenti che abbiamo messo sul piatto dell’esistenza. Si, stavo lentamente trasformando il dolore in amore non solo per me stessa ma anche per gli altri. Questo mi dà tutt’ora gioia, perché il regalo avuto da una persona speciale che ha seguito il mio cammino con occhi pieni di amore, comprensione e compassione, non poteva essere un regalo solo per me: anche altri avrebbero potuto usufruirne. Considerare il punto di vista delle altre persone mi aiuta a pesare e soffermarmi meglio sulle parole e sulle conseguenze delle parole stesse. A volte le parole possono sostenere, accogliere ma possono anche essere delle lame taglienti che spezzano in due. Anche se in passato non è stato sempre così, solo ora capisco l’importanza di avere di fronte una persona e di accoglierla nel cuore. In passato mi sarei fatta un sacco pieno di sensi di colpa, ma non sono perfetta, mi perdono e in questa mia vita sto sperimentando e ricordando quello che la mia anima sa, quello che sono e quello che sono venuta a fare su questa terra. Essere arrivata alla comprensione e consapevolezza, sorridere dei miei difetti e della mia rigidità, vuol dire andare oltre la scatola in cui vivo. Inoltre considerare il punto di vista altrui mi permette di essere più dolce, gentile, di abbandonare l’arroganza, l’invidia, di non insistere nell’avere ragione a tutti i costi pensando che solo il mio pensiero è giusto; questo modo di pormi mi fa stare bene.

  • stabilire degli obiettivi nuovi: quando alla sera vado a letto e mi ritrovo da sola con la mia giornata trascorsa, mi rendo conto dei regali che ho ricevuto: una persona che si fida di te, un sorriso, un messaggio bello sul telefonino, il poter vedere il colore del sole e di tutto quello che sta attorno a me, il poter sentire il la musica della natura o le parole delle persone che ti vogliono bene, l’energia di mio figlio che scorre dentro di me. Il giorno appena trascorso mi ha impartito lezioni importanti, mi ha arricchito di nuove esperienze, e questa giornata proprio per la “ciclicità della vita” mi ha lasciato per sempre. Non c’è nulla che io possa fare per riviverlo, allora penso che il domani mi riserverà grandi cose come quello appena passato. Ogni giorno è come un nuovo viaggio, ogni giorno esco alla mattina e torno alla sera cambiata, diversa, perché l’esperienza vissuta mi fa sentire diversa, sento che la mia vita rotola verso l’obiettivo che mi sono posta: essere in pace. E domani parlerò, mi comporterò, conoscerò nuove cose che faranno di me una persona migliore. All’inizio del mio cammino mi spaventava molto non vedere cosa c’era dietro l’angolo, perché l’esperienza vissuta della morte di mio figlio mi faceva pensare sempre a cose molto brutte, ma poi di giorno in giorno, conoscendo e conservando la sicurezza in me stessa, vedevo i miei progressi, sentivo il mio star bene, sapevo che quello che avevo conquistato lottando con i denti e con le unghie, lo avevo conquistato per sempre. Piccoli passi che ho fatto in due anni e mezzo mi stanno permettendo di pensare che attraverso le azioni di oggi sono Io a determinare la mia giornata di domani, il mio futuro, sono diventata la creatrice della mia vita (ovviamente per quello che mi compete). Non porsi degli obiettivi è un vagare senza meta e senza scopo. Voglio vivere la mia vita realizzando gli obiettivi che mi sono prefissata sia quelli a breve che a lunga scadenza. Gli obiettivi lontani mi danno forza quando qualche momento di scoraggiamento si fa sentire, soprattutto quando faccio fatica a perseguire gli obiettivi meno pretenziosi. Prima gli errori mi sembravano provocare delle voragini immense dentro di me ora, ho compreso che con essi posso farne basi per il mio nuovo “rimboccarmi le maniche” e proseguire nella sperimentazione della vita. Ovviamente, gli obiettivi raggiunti, il sentire che ce la sto facendo nonostante tutto, sono motivo di grande orgoglio e mi danno una carica incredibile, mi fanno sentire la forza che scaturisce dentro e la gioia che sgorga dal mio cuore. La mia anima è contenta e lo sono anch’io.

  • di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, vivere qui e ora: vuol dire per me dare il meglio di me stessa tutti i giorni, fare il possibile con me stessa e gli altri. Considerare la giornata che sta per iniziare un giorno speciale e non può essere sprecato in tristezze per il rispetto di me stessa. A volte, quando penso a come sarebbe stata la mia vita con Massimiliano di quasi 20 anni, mi viene un nodo alla gola che mi impedisce di respirare e le lacrime sgorgano da sole con tranquillità e mitezza. Ecco, lasciare scivolare via la tristezza, viverla e lasciarla correre. Ringrazio Dio e l’universo di avermi aperto il cuore con questo pensiero, ringrazio Dio di avermi dato un regalo, un altro giorno, di avermi dato la saggezza per poterlo vivere bene. In ogni giorno speciale che si sussegue voglio apprezzare quelle piccole sfumature che il giorno precedente mi erano sfuggite. Rispetterò le persone accanto a me e dirò loro quanto le amo, aiuterò qualcuno che ha bisogno con qualunque mezzo a mia disposizione, camminerò fra le montagne apprezzando quello che mi circonda, leggerò qualche libro o qualche bel pensiero che serva alla mia anima.

Ora Voglio trascrivere una preghiera che mi ha dato molto e che vado a rileggere quando sento che la mia mente vuole prendere sopravvento sul cuore

Solo per oggi

Crederò che la provvidenza di Dio si occupi di me

come se nessun altro esistesse al mondo.

Solo per oggi

Avrò cura del mio aspetto: non alzerò la voce, sarò cortese nei modi,

non criticherò nessuno, non pretenderò di migliorare nessuno, tranne me stesso

Solo per oggi

Sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice

non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi

Dedicherò 10 minuti a qualche buona lettura ricordando che

Come il cibo è necessario al corpo,

così la lettura all’anima.

Solo per oggi

Mi farò un programma; forse non lo seguirò a puntino,

ma lo farò e mi guarderò da due malanni:

la fretta e l’indecisione.

Solo per oggi

Non avrò paura di godere di ciò che è bello

E di credere nella bontà.

Papa Giovanni XXIII

Agosto-Settembre 2008
Un punto di luce… molto lontano
che si riflette nel mio cuore

Sono inesorabilmente in ritardo, esattamente di un anno, nel porre su questi fogli la mia esperienza Brasiliana. Tante cose sono ulteriormente successe nella mia vita, tanto amore e ancora tanta sofferenza sono passati attraverso il mio cuore ma niente può fermare e frenare la curiosità per la mia vita.

Come sempre e come ho già detto in precedenza, per me iniziare qualsiasi cosa è alquanto difficoltoso. Sono 15 giorni che accendo il computer per scrivere la mia esperienza dell’anno scorso, ma il foglio rimane sempre bianco e sembra quasi che "non s'ha da fare", ma in realtà ho aspettato che la mia vocina mi aiutasse a mettere parola dopo parola facendola passare dal cuore e non dalla mente.

In una giornata “da lupi” una delle poche giornate di temporale e di pioggia del febbraio del 2007, prendendo in considerazione il percorso e i cambiamenti della mia vita, mi sono soffermata sulle vacanze dell’anno scorso, le vacanze al mare del 2006. Particolare attenzione va a questo spaccato di vissuto e di sperimentazione che mi ha fatto avvicinare al concetto di solitudine visto con occhi diversi.

Per me, non so per voi, prima sperimento e poi capisco dove la sperimentazione mi vuole portare rimanendo essa stessa nell’anima.

 

Mi ricordo il disagio provato durante le giornate di spiaggia e le camminate di sera in riva al mare cercando di trovare il mio centro; no, c’era qualche cosa che non andava bene e di sicuro sarei stata meglio se avessi capito cosa mi stava succedendo.

A un certo punto la lampadina si è accesa, il mio disagio era dovuto a tutta quella gente che attorno a me si muoveva in coppia o in compagnia.

 

Perfino in albergo dove mi sono concessa questi giorni di vacanza, attorno a me avevo ragazzi di 17-19 anni in vacanza in tavolate allegre e sempre festose, come è giusto debbano essere, coppie che pranzavano e cenavano in compagnia di amici ecc....

Il coltello nella piaga non aveva fine...

Sedendomi su una panchina ho iniziato ad osservare meglio queste persone, a incrociare i loro sguardi, a cercare di leggere sui loro volti quello che i gesti non esprimevano.

 

Ho riconosciuto in alcune persone la maschera della felicità, il divertimento a tutti i costi perché periodo delle vacanze. Quante volte mi sono trovata pure io con quella maschera!!

Persone in mezzo a mille altre persone “sole”, ed era come se stessero sfilando in un carnevale posticipato.

Io sentivo dentro di me tanto, tanto bene per come ero riuscita a dare forza alla mia vita, contenta di vedere i colori del cielo e del mare, di osservare queste persone meno fortunate di me in balìa di cose futili. La soddisfazione di essere riuscita a pensare, creare e concretizzare la mia vita aveva preso il posto dell’inquietudine.

 

Passiamo attraverso il tunnel del tempo con il nostro vissuto, le nostre sperimentazioni e il nostro capire attraverso di loro.

Una vacanza e una esperienza così non mi sarebbe più servita, avevo imparato la lezione; sapevo di poter contare su di me e sul mio capire come le esperienze volevano farmi crescere.

Mi ricordo di aver alzato gli occhi al cielo e con il pensiero essermi rivolta al Padre dicendogli che ero qui e che Lui sapeva cosa sarebbe andato bene per me.

Ormai avevo capito che il pensiero è più veloce della luce e, nel giro di poco tempo l’incontro con una persona che aveva avuto esperienze missionarie, mi ha fatto comprendere quale sarebbe stata la mia strada. Le vacanze del 2007

Ma un detto popolare dice: "tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”!!

La mia mente curiosa ha accettato di partecipare a 4 incontri che i Frati Cappuccini hanno indetto per spiegare cosa sono le missioni, per aiutarci nel capire quale è il nostro scopo e quali le nostre aspettative, lo spirito con il quale è meglio affrontare una prova così dura, considerare le aspettative di chi ci ospita, il significato di donarsi agli altri, la responsabilità come portatori della parola e della luce di Cristo.

Quale conflitto si è scatenato in me, neppure ci avrei creduto se non lo avessi vissuto passando tantissime notti insonni.

La mente continuava a mettermi di fronte tutti i “perché non sarei dovuta andare”: troppi soldi, troppe vaccinazioni, troppe paure: paura di affrontare il viaggio e tutte le vicissitudini dei tre trasferimenti, paura degli insetti, delle malattie, di lasciare la mia casa sicura, di non riuscire a comunicare per via della lingua, insomma paura di una marea di cose che avevo chiuso nel cassetto e che ora stavano venendo alla superficie.

Per la mente non c’era motivo per cui io dovessi massacrarmi e ansieggiarmi in quel modo, bastava non andare!!! 

 

Un giorno mi sono fermata alla chiesa dei Cappuccini e davanti all’affresco di San Francesco ho chiesto a lui cosa dovevo fare..... ho sentito una energia molto forte salire dalla terra e una scendere dal cielo; in un istante si sono incontrate nel cuore.

Mi avevano fatto sentire il cuore!! Ecco la risposta decidere con il cuore e non con i trucchi della mente. Avevo deciso, ma quale destinazione tra le tante?

Il cuore Silvia... il cuore... vai dove ti porta il cuore e non sbaglierai!!!

Così è stato: Villa Litoranea, Sao Luis, una città spaccata a metà tra ricchezza e povertà nello stato più povero del Brasile il Maranhao, in un asilo dove vengono ospitati, nutriti, curati bambini che se fossero nelle loro case non avrebbero avuto di che mangiare.

Adesso dovevo risolvere tutti gli altri problemi non da poco.

Ho imparato una nuova interpretazione del “Chiedi e ti sarà dato”.

Bene, ho chiesto all’Universo e mi è arrivato tutto quello di cui avevo bisogno, tutto si è sistemato come tante piccole tessere di un puzzle.

Mi sono rimaste le paure ma quelle avrebbero fatto parte del gioco, dovevo superarle o nel gergo più corrente “smazzarmele”, altrimenti dove sta la sperimentazione? Dove c’è paura non c’è amore e il fatto stesso di vederle ti porta a diminuirne l’importanza e poi affrontandole sperimenti "te stesso" ancora più in profondità.

Va bene parto!!!!!!!!!!!!

Le paure della mente, guarda caso si sono zittite quando ho messo piede sull’aereo e la voglia di dare e ricevere era talmente grande che, una volta arrivata a Sao Luis ho capito subito cosa dovevo fare. Durante il viaggio ricco di peripezie ho iniziato a conoscere quella che sarebbe stata la mia compagna di missione con cui è rimasta una profonda amicizia e in seguito una condivisione importante di tante cose.

Dopo 33 ore di un viaggio estenuante abbiamo messo piede in terra straniera accolte con gioia dalle suore cappuccine. Niente ore di riposo, siamo arrivate in Brasile all’inizio del giorno, una torta fatta in casa e un caffè e via alla conoscenza del nostro lavoro.

L’asilo delle "Suore Cappuccine" di Sao Luis, realizzato con grande amore, dedizione e fatica ospita circa 35 bambini mal nutriti dai 7 mesi ai 3 anni. Ovviamente si trova nella parte più povera della città, dove tutti vivono la giornata per strada, i bambini corrono a piedi nudi nelle discariche o fogna a cielo aperto lungo le strade. Le abitazioni, se così possiamo chiamarle, sono fatte di fango, legno (quando va bene), latta, fogli di plastica pesante, le più belle hanno anche la stanza per dormire per terra, qualche gancio al muro per appendere le pentole, un barile di carburante pieno di acqua, chissà per fare cosa.....

Quando giri per le strade ti rendi conto che queste persone portano sulle spalle il fardello pesante della loro vita, ma nello stesso tempo non perdono la loro creatività e allegria, nonostante si legga in faccia che il passato è come il presente e sarà come il futuro. Le suore cercano con la loro organizzazione e il loro amore di dare dignità alle madri che portano i figli all'asilo, di aiutarle a crescere i figli nel rispetto di loro stesse attraverso insegnamenti pratici.

Così abbiamo seguito questi bimbi assieme al personale locale e alle suore nel loro iter quotidiano:

  • accoglienza mattutina: decisamente molto diversa da quella dei nostri asili. Non esiste inserimento. Qui i bambini a casa loro non hanno nulla da mangiare e quindi vengono lasciati in questo asilo al mattino così almeno sono nutriti e non sono per le strade.

  • igiene personale: i cuccioli vengono cambiati, lavati con un bagno ristoratore (ecco che la dignità di se stessi passa anche attraverso la cura e la pulizia).

  • colazione e due pasti: seguendo un programma nutrizionale stabilito questi bimbi aspettano con pazienza, allegria, senza spingersi, senza prevaricarsi il loro turno per essere imboccati. Ti guardano con occhi pieni di speranza e certezza nello stesso tempo, perché ormai chi è lì da 2-3 anni sa che prima o poi toccherà anche a loro il turno di essere nutriti.

  • giochi, nanna, coccole e tanto amore: si, l’amore è quello che fa girare il mondo. Con loro non ci è servito conoscere il brasiliano, un “giro giro tondo” o la canzone del “coccodrillo” cantati non solo con le parole ma anche con le mani gli occhi, il sorriso ci hanno permesso di stabilire un contatto diretto di fiducia.

Nei loro occhi limpidi e vivaci che si chiudevano lentamente per un piccolo riposo mattutino e pomeridiano lì c’era un mondo da scoprire e da proteggere.

Lì ho sentito la presenza del Padre che scendeva su di noi , su di loro avvolgendoci in un abbraccio senza fine... lì ho sentito il suo appoggio e ho capito di non essere mai stata sola e che nessuno è solo mai!!!

La consegna dei bambini ai genitori oppure al vicino di casa o al fratello maggiore era un rito che i bimbi attendevano con impazienza e gioia, nonostante li aspettasse una baracca vuota, un materasso buttato a terra. Si poteva leggere nei loro occhi la tanta voglia di tornare alle loro poche sicurezze.

All’inizio le madri ci guardavano con tanta diffidenza, ma piano piano hanno iniziato ad avvicinarsi, a scambiare qualche saluto, poi qualche parola, poi tanti gesti, poi ancora sorrisi, e infine alcune donne incoraggiavano i loro figli a salutarci mandandoci baci.

La pazienza la comprensione, la compassione e l’amore per queste donne è stata ricambiata inaspettatamente. Eravamo lì nella loro terra con i loro figli, normale la diffidenza, ma vedendo i sorrisi, la gioia di vivere, l’allegria dei loro bimbi, si sono sciolte le riserve nei nostri confronti.

Nonostante sia rientrata da 1 anno e mezzo ho ancora negli occhi i visi, la compostezza, la forza e nello stesso tempo la fragilità, la sofferenza per le malattie o per le percosse di questi bimbi meravigliosi. Ogni bimbo come ho già detto, porta con se una storia familiare pesante come un macigno, ma vedere la loro felicità per dei semplici palloncini neppure gonfiati bene, mi ha dato grande gioia, mi ha fatto capire che possiamo vivere con tanto meno.

Non sono andata in Brasile nella Missione per salvare il mondo o per giudicare, sono andata lì perché Dio mi ha chiesto di portare un po’ di luce e di amore in questa esperienza durata un soffio.

 

Ognuno di noi pensa che l’andare in missione lo si fa per gli altri, in realtà tornando a casa ho capito di quanti piccoli cassetti ho chiuso della mia vita lavorando con loro, e quanto questa esperienza mi ha dato.

Con Massimiliano che se ne è andato da un giorno all’altro, mi sono rimaste nella testa un sacco di domande a cui non riuscivo dare risposta, nessuno poteva darmi risposta.

 

Che madre sarò stata? Cosa gli avrò insegnato? Gli avrò dato amore abbastanza? Cosa avrà pensato di me? Avrò fatto giusto? In che cosa ho sbagliato?

Domande che con il chiacchierare con il proprio figlio saltano fuori, ma io non ho avuto tempo, pensavo di averne molto, di avere tutta la vita, ma non è stato così!!

Accarezzando, accudendo quei cuccioli mi sono resa conto di usare le mie mani il mio sorriso, la mia tenerezza e nello stesso tempo la mia fermezza e risolutezza in modo naturale, come se lo avessi sempre fatto. In realtà lo avevo sempre fatto, ho usato l’amore che avevo dentro per mio figlio e che ho dato a mio figlio, ho usato la saggezza, il buon senso, la comprensione per i bimbi brasileri.

Che felicità!

Ora però proprio per l’esperienza che ho avuto mi sento di suggerire alle madri che leggono queste mie righe di “chiudere in pace la giornata con i propri figli”.

Cercare di capire quello che non si è capito, perdonare quello che non si è perdonato, chiedere scusa se si è sbagliato, dire al proprio figlio che lo amiamo, che è stato un grande dono per noi e che siamo fieri di lui per quello che è.

Io sono riuscita a dirlo a Massimiliano solo una volta, quando aveva 16 anni e mi ricordo la sua risposta: ”se sono così è perché tu mi hai insegnato bene”!

Questo ricordo mi ha fatto chiudere le caselle rimaste aperte e amen.

In questo mese ho allacciato rapporti di amicizia e di legame di cuore anche con le Suore Cappuccine che ho seguito nelle loro preghiere mattutine delle 5,30. Ho visto con i miei occhi quanto queste persone bellissime danno loro stesse tutti i giorni, sempre, senza mai stancarsi sostenute dalla preghiera, dalla dedizione e dall’amore per gli altri.

Esse condividono con questa gente i beni spirituali e materiali, sono gesti che mi fanno credere e sperare che è possibile un altro diritto alla vita, una vita dignitosa per tutti e non privilegio di alcuni.

 

Vivere con loro mi ha permesso di entrare in una sorta di centratura interiore, di comprendere meglio come Dio sia più vicino a noi di quanto si creda.

 

Il migliore modo per ringraziare per questo dono meraviglioso, questa esperienza che toglie il fiato, è di continuare con i mezzi che noi occidentali abbiamo a disposizione: parlare, parlare di come vivono, o meglio di come sopravvivono, di quanto siamo fortunati ad essere nati nell’altro emisfero.

Per questo nella giornata missionaria, ovunque io vada, qualunque cosa faccia porto sempre nel mio cuore questa esperienza di amore.

 

Mi auguro che questa disposizione di cuore non debba mai lasciarmi, che io sia sempre illuminata anche nei momenti di scoraggiamento, di solitudine e di tristezza.

Mi auguro che il mio cuore sia riempito dall’immagine dei sorrisi di Dorisma, David, Fernando, Rodrigo, Wensle (detto il patata, 3 anni all’asilo e tutt’altro che denutrito), Pedrito, Kaiki, Ariani, Evelyn, Mussely, Marillia, Samantha, Vittoria, Aiscia, Daria, Poliana e che il Signore ci accompagni nei nostri cammini con il suo amore.

Pace, gioia e amore a tutti gli uomini

Settembre 2010
Siamo nati sani e felici.
Cosa possiamo fare per mantenere questo stato di armonia?
La malattia vista come disarmonia nell’insieme corpo, mente, anima.

​Ho deciso di mettere a disposizione queste mie considerazioni, che provengono non solo dalla mia professione di Naturopata-Iridologa, ma anche dal mio vissuto personale perché ritengo importante la condivisione e lo scambio con i pensieri degli altri.

Pertanto, la visione della malattia secondo le medicine naturali non guarda l’essere umano solo nella sua componente fisica, cioè al corpo, ma guarda all’uomo come un insieme più completo.

Vorrei prendere in considerazione più profondamente la natura dell’essere, tenendo presente anche la nostra componente spirituale ed emozionale.

E' lontano da me sostituirmi a medici, psicologi e ministri della chiesa, ma vorrei ricordare che in tutte le religioni e filosofie, nella moderna psicologia e psichiatria, dividono l’uomo in diverse componenti appunto, corpo, mente e anima.

Secondo la visione delle medicine naturali, la malattia nel corpo non è altro che l’ultimo campanello di allarme che ci indica l’allontanamento dalla nostra vera natura. Infatti, dal punto di vista olistico la malattia fisica viene vista come una concretizzazione di un disequilibrio avvenuto prima a livello spirituale, poi a livello mentale ed emozionale.

Per questo la malattia è considerata come un potente strumento di crescita, presa di coscienza e consapevolezza.

Ora prendiamo in considerazione i vari aspetti.

1) Dal punto di vista fisico

Ci sono 2 cose da tenere in considerazione:

Lo stress che viviamo tutti i giorni

Gli agenti stressanti come:

  • tempi di lavoro (spostamenti, fretta, incastrare tutte le cose che dobbiamo fare)

  • le situazioni di famiglia (tenere tutto sempre sotto controllo)

  • le situazioni sociali (perdita di lavoro, rapporti conflittuali con i colleghi)

  • i cambiamenti fisiologici naturali

ci impediscono, o meglio, gli permettiamo di impedirci, di staccare la spina.

A volte possiamo sentirci infelici, insicuri, fragili verso noi stessi e gli altri, e se questo stile di vita continua nella sua manifestazione, alla fine trascuriamo i nostri limiti umani.

Non sentiamo, a causa della fretta e della poca attenzione verso noi stessi, i segnali che il nostro corpo ci invia, e piano piano procediamo verso problematiche fisiche che coinvolgono l’intero nostro organismo.

Infatti lo stress lavora negativamente su:

  • produzione di vari ormoni che sono responsabili del buon umore, energia psicofisica, soglia di dolore, ritenzione idrica e metabolismo.

  • sistema immunitario: con l’indebolimento delle difese naturali del nostro organismo si è portati a una maggior propensione alle problematiche infettive anche recidivanti di varia natura.

  • sistema energetico: con la riduzione della forza vitale e dell’equilibrio, si blocca l’energia nei vari distretti energetici, detti ruote di vita o chakra.

  • sistema emuntoriale: la riduzione della capacità dell’organismo di eliminare le tossine, porta ad una progressiva auto-intossicazione che agisce a livello del sistema nervoso creando ansietà, nervosismo ecc..

  • sistema nervoso: interviene sulla capacità di rilassarsi, di dormire e quindi di recuperare il vissuto della giornata con il sonno.

2) Dal punto di vista emozionale ed energetico

Ritorniamo un passo indietro, lo stress che abbiamo visto prima, non ha solo una causa esterna o materiale ma anche una causa emozionale, è uno stato d’animo che nasce dentro di noi, è un insieme di emozioni che ci avvolgono durante la giornata.

Dal mattino quando ci alziamo alla sera quando andiamo dormire, tutti noi viviamo una serie infinita di emozioni.

Se ci fermiamo per un momento possiamo vedere le situazioni di disagio in alcuni contesti (lavoro ecc), con alcune persone (colleghi, familiari) o nel fare determinate cose.

Possono essere arrabbiature, rancori, odio, paure, agitazione, panico, tristezza, pensieri ricorrenti che ci non ci lasciano dormire alla notte, costringendoci a lavorare con la mente sempre, giorno e notte.

Il sonno è la nostra ricarica più importante per il fisico e per la mente, e noi spesso ce la giochiamo per pensare alla vicina di casa o un parente che ci ha fatto un torto, o per la rabbia di una discussione, o perché le nostre aspettative non si sono verificate.

Siamo così di fretta che i momenti di gioia, allegria, bellezza delle cose che ci circondano, pace interiore, serenità del cuore, amore donato, condivisione con i nostri fratelli, transitano nella nostra giornata solo per pochi momenti.

Quindi se ci fermiamo a tirare le somme delle emozioni di una giornata, spesso scopriamo un bilancio poco positivo.

La visione olistica della malattia ci dice che, continuando ad avere degli stati emotivi negativi per giorni, mesi, anni, essi finiscono con il somatizzarsi nel nostro corpo, poiché mandano letteralmente in tilt il corretto funzionamento biochimico e pertanto vengono messe le basi per l’insorgenza delle più svariate problematiche.

Ma tutte queste emozioni negative da dove vengono? Perchè tanta rabbia o paura o così tanti pensieri ricorrenti nella nostra mente?

Una risposta di buon senso potrebbe essere: perché dipende dalla nostra rigidità, da ciò che crediamo essere giusto o sbagliato, corretto o scorretto, bello o brutto, da come vediamo le cose attorno a noi e da come siamo legati ai nostri schemi mentali che crediamo sempre giusti.

 

Siamo stati creati sani e felici.

Se perdiamo questo stato di benessere e di equilibrio non sapremo come reagiremo alle situazioni che la vita ci presenta.

Per capire meglio, nel nostro corpo, come sappiamo tutti, esiste una rete di arterie, di vene, di capillari in cui circola il sangue, lo stesso vale per la distribuzione dell’energia che scorre nei "meridiani", gli stessi che vengono usati nell’agopuntura.

Quando 21 linee energetiche si incrociano nello stesso punto, questo viene chiamato centro energetico centrale, livello energetico, o ruote di vita o chakra.

I centri energetici che si possono percepire nell’organismo umano sono 7, così come le frequenze vibratorie (lunghezze d’onda) legate ai colori.

Il termine frequenza lo troviamo anche quando si parla di cuore (n° battiti/min), di respirazione (n° respiri/min) o di stazione radio (se ci sintonizziamo su una frequenza, poco prima o poco dopo non sentiremo nulla)

Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni parola, ogni emozione che alimentiamo vibra ad una determinata frequenza che possiamo paragonare ad una stazione trasmittente, il cervello può essere paragonato invece ad uno strumento che capta ciò che è stato trasmesso dalla stazione su cui ci siamo sintonizzati.

Quando siamo ammalati, infelici, quando ci capitano situazioni sgradevoli, non è questione di sfortuna o di punizione divina, ma è solo la risultante della frequenza su cui ci siamo sintonizzati.

Si tratta di cambiare una frequenza negativa in positiva per osservare la scomparsa del disagio, del dolore, il trasformarsi di una situazione difficile in un miglioramento delle nostre relazioni con gli altri. (esempio: paura dei cani che attira cani arrabbiati, paura economica che attira a se spese di tutti tipi, ecc...)

Una volta che questa parte è stata compresa, non possiamo più dire ”ho avuto sfortuna”, “è colpa sua e non mia” .

Con la legge della responsabilità, non c’è ne vittima né carnefice, si tratta di cambiare frequenza, e quando viviamo in armonia con noi stessi e con le persone che ci stanno attorno, il nostro corpo riflette questa condizione con uno stato di salute in cui tutte le cellule collaborano all’armonia.

Ma cosa si può fare?

Possiamo vivere (non sopravvivere) ed essere sereni, tenendo presente che:

  • Il Padre o l’Energia dell’Universo ci aiuta, ma siamo noi a dover prendere in mano la responsabilità della nostra vita aiutandoci nelle scelte e nelle decisioni che ci fanno stare bene.

  • Quello che ci succede nella vita, siano malattie o lutti o altre sofferenze, spesso non dipendono da noi, ma quello che possiamo fare per stare bene è cambiare la visione e l’atteggiamento rispetto a quello che ci è accaduto.

  • In primo luogo dobbiamo desiderare di essere felici e sereni, non soltanto dirlo a parole e, successivamente, trovare il modo per esserlo.

  • E’ importante non lasciare troppo spazio alla mente che con i suoi trucchi ci porta lontano dalla verità e ci impedisce di stare bene. La mente è molto importante per tutto quello che è l’elaborazione, ed è legata alla nostra parte razionale, ma è anche quella che ci fa pensare e ripensare alle stesse cose togliendoci la serenità. La negatività e il perdurare nella continua "rimuginazione" ci fa perdere di vista la risoluzione del problema in altro modo. Per esempio, la costante preoccupazione della nostra sopravvivenza economica, ci fa perdere di vista che la "provvidenza" e i nostri amici si occupano di noi. Ci dobbiamo "occupare" certamente, ma non "preoccupare". La preoccupazione è un “occuparci prima” di qualche cosa che non è ancora successo.

  • Considerare di più il sentire del nostro cuore come timone della nostra vita. E’ lui che ci guida nelle nostre scelte di tutti i giorni se lo ascoltiamo.

  • La felicità viene dal profondo dell'individuo, è uno stato di quiete interiore. Fare molte cose, riempire la giornata, vedere tante persone, non fermarsi mai, fare sempre quello che va bene agli altri o per gli altri, non è il modo migliore per predisporsi all’ascolto del proprio cuore. A volte, la solitudine e il raccoglimento nel silenzio, che tanti definiscono inquietante, possono essere visti come momento di grande gioia, pace di cuore, crescita spirituale, punto di partenza e fierezza. L’amore che si sprigiona dal nostro cuore è l’amore che il Padre Cielo ci dona in ogni istante, ed è per questo che dobbiamo volere bene a noi stessi, cioè fare quello che ci fa stare bene, cioè immaginare, anche per le minuscole scelte di tutti i giorni, di essere davanti a un bivio e scegliere quello che va bene per noi in quel momento. Non ha importanza se gli altri non approvano, a volte bisogna saper dire... pazienza... a volte è importante saper dire di "no", stabilire i nostri confini. Così saremo più contenti di noi, aumenterà la stima di noi stessi, saremo in uno stato di migliore salute, più tranquilli e centrati per risolvere i nostri problemi, e quelli che stanno accanto a noi sentiranno le nostre salde basi. Chi ci conosce potrà godere della nostra vera disponibilità nel momento in cui ci siamo veramente e non perché è la routine o perché sono abituati a vederci in un certo modo.

  • La vita è la più grande meraviglia del creato. Ci è stata data e affidata da Padre Cielo con tanto amore. Spesso, anche nelle preghiere chiediamo tanto, spesso non ci concentriamo su quello che abbiamo, ma perdiamo tanta energia pensando a quello che ci manca, creando in noi insoddisfazione, frustrazione, rabbia, delusione. Personalmente sto imparando ad apprezzare i doni che la vita mi ha dato compresa la consapevolezza della morte di mio figlio, come momento di sofferenza, ma anche di grande crescita spirituale. Ho dovuto in un modo o nell’altro fermarmi e cercare di capire il senso di quello che era successo e il perché; non è stata una punizione, ma un gesto d’amore del Padre e di mio figlio che mi hanno fatto vedere le cose in modo diverso, mi hanno dato delle opportunità di vita diverse. Certo io avrei voluto continuare con la mia famiglia e con mio figlio, ma io mi rendo conto di essere così piccola da non capire i disegni che sono stati creati per me. Magari il compito affidatomi dal Padre è quello di una famiglia allargata di fratelli e sorelle, magari aver sperimentato il dolore così forte, l’aver capito il senso di questo dolore può aiutare altre persone ad affrontare le stesse cose. Mi soffermo meno su quello che non ho e incomincio a riflettere su ciò che la vita mi ha dato e sulle opportunità che mi offre continuamente se le voglio vedere. Questo si chiama trasformazione del dolore in amore e mi fa stare serena. La felicità è gioire del fatto stesso di esistere, anche se non si è avverato quello che noi vogliamo, la felicità è pensare, sognare, sperare, percepire, respirare, annusare, vedere, camminare, parlare, aiutare. Sono felice perché voglio esserlo, perché mi rispetto, apprezzo e riconosco quanto mi è stato dato. Si, sono stata veramente fortunata per aver capito tante cose e non finirò mai di ringraziare l’Universo per quello che mi ha dato e per le persone che ha messo sul mio cammino.

  • Il pensiero positivo ci dà forza, ci fa vedere gli aspetti positivi del nostro vissuto. Ci fa vedere con occhi diversi, vedere i colori della nostra vita al di là delle tenebre, apprezzare ogni singolo istante, amare ogni sfaccettatura. Il pensiero positivo trasforma il dolore in amore. Se al mattino iniziamo la giornata dicendo: oggi è una bella giornata e mi voglio bene si aprono le porte all’energia positiva, perché noi stabiliamo fin dal primo mattino che oggi sarà una bella giornata, non sappiamo cosa succederà ma sappiamo che sarà bello quello che ci verrà concesso, la vita stessa!! Se al contrario guardiamo fuori dalla finestra è la giornata ci sembra quasi uno schifo sia per il tempo sia per le nostre malattie e il nostro vissuto di sofferenza (nessuno ce le toglie), si alza un muro che non lascia spazio alle cose belle e vi posso assicurare che succede di tutto e di più in senso negativo!! Arrivano delle bollette del condominio dell’anno precedente, le multe, persone che saltano gli appuntamenti, file e incidenti sulla strada, insomma la giornata si sviluppa come io ho deciso doveva andare!! Da schifo. Ma se io dico: "Che bella giornata ho passato oggi!" oppure "Ieri è stata una splendida giornata, quanti regali ho avuto!" e per regali intendo anche un sorriso di una persona, una nuvola strana nel cielo, un colore di un fiore che ci affascina. Non è questo crearsi la propria vita?

  • Oggi non critico me stessa: siamo molto amorevoli e comprensivi nei confronti degli altri, siamo propensi al perdono degli altri, ma quanto siamo duri con noi stessi, non ci concediamo un minimo sbaglio, non ci concediamo di non riuscire a finire quello che ci eravamo prospettati nella giornata, a denti stretti dobbiamo finire altrimenti... altrimenti cosa? Cosa c’è di così urgente che non può essere spostato a domani in una giornata in cui si è sovraccaricati di tante cose? Anche qui è una questione di scelta tutto è una scelta. Magari gioco con il figlio che non vedo da questa mattina ma stiro domani, invece no, facciamo tutto e ci stressiamo e cadiamo nel discorso fisico che ho descritto prima. Fa parte del volersi bene, di accettare noi stessi con tutto quello che siamo, anche con quello che non riusciamo a fare.

  • Pensare di essere l'individuo più speciale che sia mai stato creato: non esiste nessuno uguale a me, nessuna persona in passato ha avuto le mie caratteristiche, né la mia personalità né le mie capacità e nel futuro non potrò essere riprodotta, il mio posto nella storia è al sicuro perché non ci saranno altri come me. Solo io sono la padrona dei miei sogni, dei miei pensieri e delle mie speranze. Solo io mi porto dentro questo battito del cuore, il vigore e la forza per la vita che mi è stata donata. Nessuno potrà riprodurre le mie azioni, sentire gli odori come li sento io o vedere i colori dei fiori come li vedo io. Sono l'essere più speciale che sia mai stato creato, sono come un diamante raro e meraviglioso, brillerò sempre anche se sommerso dal fango. Come potrei non essere felice e orgogliosa pensando queste cose? So che non devo sprecare la mia esistenza, sono qui per uno scopo, sono qui per andare avanti, per amare e per essere saggia nell'amore di Dio. Ci si può considerare una creatura speciale agli occhi di Dio pur restando nell’umiltà e nella semplicità. Anche le persone che ho attorno sono figli di Dio e sono altrettanto speciali. Quello che secondo me non va bene è il potere e il giudizio che usiamo sulle persone, mentre dovremmo usare questo potere per cambiarci.

  • Fare dei cambiamenti, dobbiamo cercare di evitare le situazioni che ci danno fastidio, intervenire sulle situazioni che ci fanno stare male. Anche qui, chi più del nostro cuore è maestro? A volte dividere un foglio in due e scrivere da una parte ciò che ci rende felici e ciò che ci fa stare male, può essere un momento importante per fissare sulla carta i pensieri che si susseguono e che a volte non riescono prendere forma. Per me è stato sorprendente notare in prima battuta, che nella parte del foglio dedicata alla felicità avevo scritto poco o niente, mentre nella parte dell’infelicità avevo una lista che non finiva più. Non sapevo più cosa voleva dire essere felice!! Eppure adesso dopo più di 6 anni di cammino, non posso pensare di non esserlo!! Io penso che quando ci sentiamo infelici è giunto il momento di dedicare, anche attraverso il silenzio, un po’ di tempo per individuare l’origine del nostro scontento e la strada per il nostro benessere. A volte la paura dei cambiamenti ci frena, perché sappiamo quello che lasciamo, ma non sappiamo quello che c'è dietro l'angolo. Ma se non proviamo a guardare con occhi diversi quello che ci viene posto sul nostro cammino non sapremo mai quante cose belle sono state riservate per noi. Il cuore, seguiamo le indicazioni del cuore!!!

  • affrontare la vita con ottimismo e speranza per il futuro: l’ottimismo è come una piccola goccia di pioggia che si trasforma in un rivolo, crescerà sempre più forte, scorrerà nella nostra vita e niente potrà fermarlo. Non bisogna porre limiti a quello che di bello potrà accadere domani, il passato ormai se ne è andato, fa parte del nostro bagaglio di sperimentazione e di saggezza su questa terra, il futuro possiamo costruirlo con le nostre mani. Se guardiamo il nostro futuro con occhi pieni di timore prima o poi ci sentiremo di nuovo spaventati e sopraffatti da quello che avremo scelto. Se considereremo il nostro domani ricco di prospettive e pieno di entusiasmo, saremo sulla buona strada per la felicità. Se riusciremo a vedere i fallimenti di oggi come una opportunità per imparare, se non temeremo il domani, se cercheremo di vedere il mondo con gli occhi e con il cuore sereno di un bambino, ci staremo avvicinando alla felicità, staremo creando la nostra felicità. Con questo spirito dovremo affrontare tutto; la nostra vita, i rapporti con la gente, con le persone che abbiamo attorno. Cercherò la positività anche nelle parole da dire, perché riconosco che le parole e il modo in cui conduco la mia esistenza hanno la forza di influenzare altre persone. L’ottimismo diventerà per me una scelta di vita per essere felice, e tutto questo verrà trasmesso attraverso il cuore a tutti quelli che staranno vicino a me.

  • Adattarsi alla vita accettando ciò che ci riserva: lavorare con il pensiero positivo è molto importante, ma spesso accadono avvenimenti che non dipendono dal nostro controllo (lutti, malattie..). Ecco che i nostri desideri non si avverano e allora inizia il meccanismo delle aspettative che non vengono esaudite e tanta rabbia. In questo modo, è come se ci soffermassimo a vedere la nostra vita sotto una lente di ingrandimento e mettessimo a fuoco pochi tasselli colorati di un mosaico. Ma se ci allontaniamo piano piano, riusciamo a vedere la grandezza del mosaico, le sue figure, i contorni, riusciamo ad aprire la mente e considerare la nostra piccola vita come facente parte di un grande mosaico universale, dove tutto è stabilito e dove tutto ha un senso che magari adesso non riusciamo tanto a capire. L’Universo nella creazione del mondo ha seguito un suo disegno, Dio ha distribuito amore a tutti, Dio vuole la nostra felicità, e sa che siamo sufficientemente forti, sa che siamo in grado di adattarci a qualsiasi situazione, sa che, quando sentiamo il Suo amore nel nostro cuore nulla potrà abbatterci. Per questo è importante ringraziare per gli insegnamenti positivi che riusciremo a trarre dagli imprevisti della nostra vita. E’ importante per noi stessi adattarci alla vita, lasciare correre, accettando ciò che ci riserva. Io sono convinta che Dio non mi darebbe mai un problema più grande delle mie possibilità, non mi lascerà mai sola, e soprattutto mi ha dato la responsabilità della mia vita, con il “libero arbitrio”posso scegliere di mettermi dalla parte del bene o del male. I problemi prima o poi assalgono tutti ma se sapremo adattarci alle situazioni avremo fatto un altro piccolo passo verso lo stare bene con noi stessi e se riusciamo a vivere sereni, in pace, cosa chiediamo ancora?

  • Fermarsi a sentire l’amore: i venti possono sradicare gli alberi, i terremoti possono interrompere i corsi dei fiumi, il fuoco può infiammare ettari di terreno, la forza degli uomini potrà distruggere città e boschi, ma il potere dell’amore ci aiuterà a superare qualsiasi cosa!! L’amore è il filo più solido che unisce le persone e le anime, è l’energia più potente che illumina e fa capire. Personalmente penso che è molto importante aprire un po' la porta del cuore, lasciare entrare l’amore. Quando ci troviamo immersi in una situazione dolorosa, il cuore si chiude, anche energeticamente, ci sentiamo sopraffatti dalla disperazione, non ci sentiamo amati, ma abbandonati. E’ a questo punto che bisognerebbe socchiudere quel tanto che basta la porta del cuore per lasciare entrare l’amore dentro di noi, l’amore per noi stessi. L’amore che, senza orgoglio e con arrendevolezza lasciamo trasbordare dal nostro cuore, viene percepita dagli altri come una forza invisibile, come un sole che viene irradiato attorno a noi. Ognuno di noi poi, può trovare il modo giusto per mettersi in contatto con il proprio cuore. Io personalmente vado in montagna a camminare, e quando mi trovo nel silenzio e nello splendore di tutta quella creazione, ringrazio per tutto quello che posso percepire.

  • Attenzione alla perfezione: poco prima abbiamo detto di considerarci “esseri speciali” ma ahimè non siamo perfetti. Spesso chiediamo e pretendiamo molto da noi stessi e spesso non ci perdoniamo se non riusciamo ad arrivare agli obiettivi che ci siamo prefissati. Allora è importante essere consapevoli, che la conseguenza di perseverare nel perfezionismo ci porterà alla delusione, alla rabbia, alla infelicità. Importante è lavorare su se stessi, su tutti quegli aspetti che fanno parte della nostra ombra e che chiamiamo difetti. Un bel giorno ci troveremo a cogliere gli aspetti positivi della vita, ora non ci riusciamo... ma continuiamo a provarci, perdoniamoci per non essere ancora riusciti. Ma se non siamo perfetti noi, così non lo saranno neppure gli altri, e questo potrebbe essere un passo verso la comprensione, il non giudizio e l’accettazione dell’altro. Ci creerà meno tensione, meno aspettative e meno sofferenza.

  • Imparare a ridere della vita: gli animali possono lamentarsi per il dolore, ringhiare per la paura, possono stancarsi, riprodursi, cacciare, percepire meglio di noi suoni e odori, ma una cosa non possono fare: abbandonarsi ad una bella risata. Se ci è stata data questa opportunità straordinaria, vuol dire che è importante. D’ora in poi cerchiamo di sorridere quando veniamo assaliti da un problema, cerchiamo di dare un po’ più di leggerezza alla nostra vita pensando che sicuramente il problema è nostro da risolvere, ma l’energia che scorre attraverso di noi è più fluida e la situazione migliorerà sicuramente e da ciò trarremo beneficio fisico e mentale. Abbandonarsi ad una bella risata può voler dire imparare a ridere di noi stessi (cosa molto difficile) e delle cose che facciamo, vedere in chiave buffa il nostro intestardirci su cose che non comprendiamo e di cui vorremmo assolutamente delle spiegazioni. E’ importante non prendere tutto sul serio e fermarsi un momento a sorridere di quello che succede. Se ci sentiamo afflitti e arrabbiati, pensiamo che tutto può cambiare e che fra una settimana non mi ricorderò di nulla e quindi è meglio perdonarsi e sorridere!! Prendiamo esempio dai bambini che ci insegnano molte cose, un sorriso può servire, non sicuramente a risolvere il nostro problema, ma può sdrammatizzarlo. Sorridendo, possiamo pensare che qualcuno ci sta sorridendo e parlando alla nostra anima, ci sta aiutando, proteggendo e guidando, che bello!!!

  • Considerare il punto di vista degli altri: E' molto importante mettersi nei panni delle persone che sono al nostro fianco per vedere il mondo dal loro punto di vista. Per fare questo dobbiamo entrare in sintonia con i loro sentimenti aprendo il cuore e sentire dentro di noi quella "compassione" che ci porta a comprendere la loro sofferenza, qualsiasi essa sia. Ricordo che nei primi mesi dopo la morte di Massimiliano non volevo più tornare a lavorare perché le problematiche delle persone che si rivolgevano a me mi sembravano talmente piccole rispetto al mio dolore grande come un oceano. Ma poi ho capito che comprendendo le loro traversie, sentendo la loro sofferenza, anche se non avevano avuto una fitta al cuore come l’avevo avuta io, pur sempre si trattava di dolore. Stavo piano piano trasformando il dolore in amore non solo per me stessa ma anche per gli altri. Considerare il punto di vista altrui ci permette di pesare meglio le cose da dire alle persone vicino a noi, di soffermarci sulla conseguenza e sulla forza delle parole e delle azioni, ci permette di essere più dolci, gentili, di abbandonare l’arroganza, l’invidia, di non insistere nell’avere ragione a tutti i costi pensando che solo il nostro pensiero sia giusto. Questo comportamento fa stare bene anche me perché mi fa tornare indietro tutto l’amore e la comprensione che riesco a dare!! Se colgo il punto di vista degli altri faccio un passo avanti verso la gioia e la felicità.

  • Stabilire degli obiettivi nuovi: quando alla sera ci ritroviamo con la giornata trascorsa, possiamo renderci conto dei regali che abbiamo ricevuto: una persona che si fida di te, un sorriso, un messaggio bello sul telefonino, il poter vedere il colore del sole e di tutto quello che sta attorno a noi, il poter sentire la musica della natura o le parole delle persone che ti vogliono bene. Il giorno appena trascorso ci ha impartito lezioni importanti, ci ha arricchito di nuove esperienze, e questa giornata proprio per la “ciclicità della vita” ci ha lasciato per sempre. Ogni giorno è come un nuovo viaggio, ogni giorno usciamo alla mattina e torniamo alla sera cambiati, diversi, perché l’esperienza vissuta della vita che ci è concessa, ci fa sentire diversi. E domani parleremo, ci comporteremo, conosceremo di nuovo cose che faranno di noi una persona migliore. All’inizio del mio cammino mi spaventava molto il non vedere cosa c’era dietro l’angolo, perché l’esperienza vissuta della morte di mio figlio mi faceva pensare sempre a cose molto brutte, ma poi di giorno in giorno, conoscendo e conservando la sicurezza di me stessa, vedevo i miei progressi, sentivo il mio star bene, sapevo che quello che avevo conquistato lottando con i denti e con le unghie, lo avevo conquistato per sempre. Non credo si tratti di onnipotenza e orgoglio pensare di poter determinare la giornata di domani con il pensiero positivo, con l’amore del cuore e il sentirsi creatori della nostra vita (ovviamente per quello che ci compete) quando facciamo delle scelte per stare bene. Non porsi degli obiettivi è un vagare senza meta e senza scopo. Gli obiettivi a breve distanza, a breve respiro danno forza quando qualche momento di scoraggiamento si fa sentire, soprattutto quando non si riesce a raggiungere i grandi obiettivi. La mia esperienza personale mi porta a dire che prima gli errori mi sembravano provocare delle voragini immense dentro di me, ora, cercando di perdonarmi e di capire, imparo da essi. Fanno parte della mia sperimentazione qui sulla terra, mi stanno aiutando a ricordare quello che io sono. Ovviamente, gli obiettivi raggiunti sono motivo di grande orgoglio e ci danno una carica incredibile, ci fanno sentire la forza che scaturisce dentro, la felicità che sgorga dal nostro cuore, la voglia di andare avanti e di condividere tutto questo bello che abbiamo con gli altri.

  • di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, vivere qui e ora: vuol dire per me dare il meglio di me stessa tutti i giorni, fare il possibile con me stessa e gli altri anche se non è facile. Strada facendo tante cose rischiano di perdersi, rischiamo di "peccare" cioè sbagliare strada, ma ecco l’aiuto, ecco una parola, un gesto, un sentire, sono pronti a riportarci al cuore. E’ bello considerare la giornata che sta per iniziare come un giorno speciale, un giorno donato, un giorno di cui noi siamo gli amministratori, un giorno che il Padre ha scelto per noi con tanta cura e tanto amore. Per le persone che in questo momento stanno soffrendo lo so che non è facile pensare questo, pensano di essere state abbandonate nella malattia e nella solitudine. Il silenzio a volte non è silenzio, la solitudine può non essere solitudine se noi riusciamo a sentire nella pienezza del vuoto l’amore del Padre che ci sta guardando e spera che ci avviciniamo alla comprensione dei suoi disegni. Ma noi siamo piccoli, tanto piccoli, siamo delle briciole nell’universo, la nostra vita è un soffio nella grandezza dell’infinito, e a volte ci crediamo tanto grandi da sapere cosa va bene per noi. Quante volte nella preghiera chiediamo "Padre Fammi avere questo o quello" e quante volte ci arrabbiamo perché non vengono esauditi i nostri desideri? Ma siamo sicuri che quello che chiediamo va bene per noi in quel momento? Solo il Padre lo può sapere e magari ci manda tante altre cose belle, da gustare ma noi non le vediamo perché siamo concretizzati sulle nostre aspettative. Accettare la vita come si presenta ed essere felici del giorno che stiamo vivendo, non vuol dire non avere altre emozioni. A volte, quando penso a come sarebbe stata la mia vita con mio figlio, mi viene un nodo alla gola che mi impedisce di respirare, a volte mi arrabbio ancora e vivo il mio giorno in chiusura del cuore e della mente. Noi siamo fatti di emozioni, e non va bene negarle o reprimerle. Ecco, lasciare scivolare via la tristezza e la rabbia, viverle, guardarle, essere consapevoli che esistono dentro di noi e lasciarle correre. Non lasciarci sopraffare da queste emozioni che condizionano il nostro vivere è un regalo che possiamo farci, è un amore che abbiamo verso noi stessi e per questo la gratitudine per il Padre che ci ha donato un cuore aperto e la saggezza per poter pensare tutto questo è infinita. Per questo chiuderò in pace la giornata con le persone che ho vicino a me, non lascerò niente di sospeso o di irrisolto, potrei, come è successo a me, non avere il tempo per farlo, non dirò domani ai miei amici che li amo, non aiuterò domani le persone che hanno bisogno di una mano. Ma essere “qui e ora” vuol dire che oggi camminerò fra le montagne apprezzando quello che mi circonda, oggi leggerò qualche libro o qualche pensiero che serva alla mia anima.

Ogni giorno che passa offre nuove possibilità di crescita, nuove chance di abbandonare il passato, nuove idee da sviluppare, nuovi pensieri da inventare, nuove creazioni da plasmare.

Queste sono le mie ultime riflessioni cartacee, il mio cammino non si ferma, anzi, prendo spunto dal lavoro che ho fatto per ripartire di nuovo, per sperimentare dell’altro.

Tutti gli esseri viventi sono connessi fra loro, in questo momento altre persone si stanno trovando nella mia stessa situazione di 6 anni fa e spero che non perdano la speranza e la voglia di dire: si può fare, tutto si può fare!!!

Ringraziamenti

Un ringraziamento speciale ai miei vecchi e nuovi amici, a chi in questo anno e in particolare negli ultimi 6 mesi, mi hanno lanciato fisicamente e spiritualmente un'ancora di salvezza in momenti di mare burrascoso e di grande solitudine, dandomi la possibilità:

  • di andare avanti ancora una volta

  • di costruire la mia vita partendo solo da me stessa, sentendo con il cuore "Cosa va bene a Silvia" e "Che cosa Silvia ha bisogno"

  • di essere l'unica responsabile della mia vita

  • di capire che in realtà nessuno è solo al mondo ma siamo tutti amati e protetti da Padre Cielo

  • di sentire l'amore scendere dentro di me come guida, come forza illuminante delle mie azioni, come padre che mi ascolta, mi capisce e mi conduce lungo quel cammino di consapevolezza iniziato tempo fa

Un ringraziamento anche per le persone che sono uscite dalla mia vita, grazie per le incomprensioni che mi hanno fatto pensare.

Un momento di luce e di amore speciale per una persona che ha condiviso con me l'adolescenza, la maturità, la nascita e la morte di un figlio e il percorso che abbiamo iniziato insieme, ma poi per motivi che solo il cielo può sapere, stiamo continuando separati. Ora siamo come due fiumi che scorrono uno accanto all'altro, ognuno di noi sente il rumore dell'altro, ognuno di noi sente se l'altro è in secca o in piena, avverte l'allargamento o il restringimento dell'argine, ma i canali che ci collegano e ci terranno per sempre in contatto sono sottili come una ragnatela e resistenti come fili d'acciaio!!! Ora siamo due fiumi che non entrano uno nell'altro, ma nessuno potrà mai cambiare la storia di aver avuto la stessa sorgente e soprattutto nessuno potrà impedirci di correre, ognuno per conto proprio, gioiosamente e rumorosamente verso il mare. Grazie, grazie con il cuore ancora pieno d’amore per te.

Ringrazio anche le persone che mi hanno fatto tanto male psicologicamente, persone che con la scusa di volermi aiutare hanno fatto di me una persona dipendente con un muro davanti agli occhi.

Chiusa in casa con le tapparelle abbassate a vomitare per settimane intere ho ripreso in mano il percorso che avevo precedentemente fatto, quello che avete letto voi, e piano piano ho rialzato la testa, ho ripreso in mano un’altra volta la mia vita e mi sono detta che anche questa volta avrei potuto farcela. D’ora in poi nessun tsunami dovrà impossessarsi della mia vita.

Ringrazio me stessa di aver avuto la forza di andare avanti, di aver scelto la strada dell’amore. Ora quando mi guardo allo specchio mi vedo!

 

Sono felice e soddisfatta di me... di essere riuscita a mettere il mio percorso a disposizione di quanti lo vogliono leggere

 

Vi ringrazio infinitamente

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